Conferenza di Copenhagen: l'accordo sul clima deve garantire che i poveri non vengano esclusi e ulteriormente svantaggiati
Sintesi del comunicato stampa della Sezione Italiana di Amnesty International CS146 a cura del Gruppo Amnesty 211 di Lecco
Mary Robinson (ex presidente irlandese, già Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, attuale presidente dell'Iniziativa per una globalizzazione etica) e Irene Khan (Segretaria generale di Amnesty International) hanno preso parte a una conferenza organizzata da Amnesty International per esaminare l'impatto sui diritti umani dei cambiamenti climatici, in vista della Conferenza di Copenhagen.
"Il punto essenziale dei cambiamenti climatici è che, mentre il problema è causato in larga misura dalle emissioni dei paesi ricchi, a pagare le conseguenze sono i poveri" - hanno dichiarato Robinson e Khan. "Se a Copenhagen non prenderanno iniziative, i diritti umani delle comunità più povere ed emarginate del mondo ne risentiranno. Il diritto al cibo, all'acqua, a un rifugio e alla salute rischiano di essere compromessi dai cambiamenti climatici. C'è urgente bisogno di un accordo ambizioso, equo e vincolante alla conferenza di Copenhagen".
"Il tempo in cui i politici e l'opinione pubblica potevano immaginare i cambiamenti climatici come un problema del futuro, è scaduto. Si tratta di una minaccia alla sopravvivenza e al godimento dei diritti umani. Se non la affrontiamo, nessuno vivrà in un mondo sicuro" - hanno proseguito Robinson e Khan.
"La lotta contro la povertà e quella contro i cambiamenti climatici sono una lotta comune in favore dei diritti delle persone emarginate" - ha aggiunto Khan. "Se non affrontiamo i cambiamenti climatici, i progressi fatti per sradicare la povertà verranno spazzati via".
L'iniziativa di Amnesty International si colloca all'interno della campagna globale "Io pretendo dignità", lanciata nel maggio 2009 per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la povertà. La campagna mobiliterà persone di ogni parte del mondo per pretendere che i governi e le aziende ascoltino la voce di coloro che vivono in povertà e rispettino i loro diritti.
Una delegazione di Amnesty International sta partecipando alla conferenza di Copenhagen.
Mary Robinson (ex presidente irlandese, già Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, attuale presidente dell'Iniziativa per una globalizzazione etica) e Irene Khan (Segretaria generale di Amnesty International) hanno preso parte a una conferenza organizzata da Amnesty International per esaminare l'impatto sui diritti umani dei cambiamenti climatici, in vista della Conferenza di Copenhagen.
"Il punto essenziale dei cambiamenti climatici è che, mentre il problema è causato in larga misura dalle emissioni dei paesi ricchi, a pagare le conseguenze sono i poveri" - hanno dichiarato Robinson e Khan. "Se a Copenhagen non prenderanno iniziative, i diritti umani delle comunità più povere ed emarginate del mondo ne risentiranno. Il diritto al cibo, all'acqua, a un rifugio e alla salute rischiano di essere compromessi dai cambiamenti climatici. C'è urgente bisogno di un accordo ambizioso, equo e vincolante alla conferenza di Copenhagen".
"Il tempo in cui i politici e l'opinione pubblica potevano immaginare i cambiamenti climatici come un problema del futuro, è scaduto. Si tratta di una minaccia alla sopravvivenza e al godimento dei diritti umani. Se non la affrontiamo, nessuno vivrà in un mondo sicuro" - hanno proseguito Robinson e Khan.
"La lotta contro la povertà e quella contro i cambiamenti climatici sono una lotta comune in favore dei diritti delle persone emarginate" - ha aggiunto Khan. "Se non affrontiamo i cambiamenti climatici, i progressi fatti per sradicare la povertà verranno spazzati via".
L'iniziativa di Amnesty International si colloca all'interno della campagna globale "Io pretendo dignità", lanciata nel maggio 2009 per chiedere la fine delle violazioni dei diritti umani che creano e acuiscono la povertà. La campagna mobiliterà persone di ogni parte del mondo per pretendere che i governi e le aziende ascoltino la voce di coloro che vivono in povertà e rispettino i loro diritti.
Una delegazione di Amnesty International sta partecipando alla conferenza di Copenhagen.
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